Conoscere Palermo e la provincia per trascorrere le vacanze
Palermo
Aeroporto civile "Punta
Raisi - Falcone e Borsellino" (a 20 Km dalla città per
l'autostrada A19), 90045 Cinisi, tel. 091.7020111 - collegamenti
nazionali e internazionali
Stazione Ferrovie dello Stato, piazza Giulio Cesare, 90133 Palermo, tel. 091. 6162691/6164368 - collegamenti con le principali città italiane
Stazione marittima, molo Vittorio Veneto, 90139 Palermo, tel. 091.587729/321383 - collegamenti con i principali porti italiani e con le isole
Autostrada A 19 e A 20
Palermo,
capoluogo della Sicilia e della provincia omonima, è situata
sulla costa nord-occidentale dell’isola in una meravigliosa
insenatura riparata dallo sperone del monte Pellegrino, definito da
Goethe “il più bel promontorio del
mondo”, che tutta la domina al margine occidentale della
Conca d’Oro risplendente di aranci e di limoni.
La città si estende, infatti, lungo il pendio della fertile
zona agricola coltivata ad agrumi, tra il Monte Pellegrino e il Capo
Mongerbino, mentre, verso l'interno, sale fino a Monreale, dal cui
belvedere, sospesi nello spazio, si entra dentro la Conca
d’Oro, se ne fa parte. I monti la incoronano, i giardini la
vestono di verde, il mare l’accarezza, il cielo la ricopre
con il suo velo azzurro e viene al cuore il lontano canto del poeta
arabo Jhr Zaffir: "Posa un fianco sul mare come su un divano di seta.
Il sole le splende sul capo, aureola d’oro, frutti belli e
saporiti. D’inverno gli alberi hanno il fuoco nelle foglie e
l’acqua nelle radici. Palermo, la favorita di Dio! E Dio qui
si fermò nel giorno della creazione! Dio clemente, abbi
pietà, nei giorni dello sdegno e della giustizia, di Palermo
che alzò cinquecento moschee a lodare la tua magnificenza!".
Vagare per le vie di Palermo è come assistere ad una
gigantesca parata di testimonianze appartenenti a civiltà
disparate, ma intimamente fuse, che evocano i secoli nei quali sorsero
le vicende storiche alle quali sono legate; ammirare tanti capolavori
è come perdersi in qualcosa di eterno e di immutabile,
proprio come vi si perde la gente che intorno ad essi vive, si muove e
ne perpetua ricordi, tradizioni e leggende.
Il nucleo originario del capoluogo siciliano fu fondato nel corso dei
secoli VIII-VI a.C. dai Fenici, ebbe il nome di Ziz (fiore) ed era
circondato da una cinta muraria. Il successivo insediamento greco
favorì lo sviluppo cittadino in direzione del mare lungo la
lingua di terra che vi si addentrava, delimitata dai torrenti Papireto
e Kemonia, fino alla realizzazione del porto. Fu proprio in
quest’epoca che venne dato, alla città, il nome
che divenne quello definitivo: Panormo, in greco “porto per
eccellenza” o “tutto porto”.
L’abitato si estese poi gradualmente, soprattutto ad opera
degli Arabi e dei Normanni, attraverso un irregolare reticolo di strade
e vicoli. Successivamente gli Aragonesi vi aprirono due lunghe arterie
rettilinee, ottenute con la demolizione di molti vecchi edifici: la
prima si sviluppa perpendicolarmente alla costa e comprende Corso
Vittorio Emanuele (il vecchio Cassaro, dall’arabo Qasr,
palazzo reale) e Corso Calatafimi; l'altra, ortogonale alla precedente,
si allunga attraverso le attuali Via Oreto, Via Maqueda, Via Ruggero
Settimo e via Libertà. Le due arterie tagliano la
città in quattro parti, Tribunali (a nord-ovest), Palazzo
Reale (a sud-ovest), Monte di Pietà (a sud-est) e
Castellammare (a nord-est) e si intersecano nella Piazza Vigliena, i
ben noti Quattro Canti di Città, scenografico complesso
ottagonale ornato di statue e fontane, denominata anche il "teatro del
sole", perché vi si scorge il sole dal tramonto all'alba. In
età borbonica la cinta muraria ebbe un ulteriore ampliamento
verso sud-ovest, fino a Monreale.
In questa zona, a ragione denominata “centro
storico” della città, sorgono gran parte degli
edifici, sorti nelle diverse epoche, prove della millenaria storia
artistica di Palermo. Di straordinario interesse sono le testimonianze
monumentali lasciate dai Normanni, che utilizzarono largamente le forme
tradizionali arabe, come nella Cuba, nella piccola Cuba e nella Zisa
(dall’arabo al-Aziza, la gloriosa), ma soprattutto nella
splendida Cappella Palatina del Palazzo Reale di re Ruggero II, famosa
per gli ineguagliabili mosaici. Fra gli edifici di carattere religioso
sono da ricordare le chiese di S. Giovanni dei Lebbrosi (fondata da re
Ruggero I nel 1072), di S. Giovanni degli Eremiti, col bel chiostro
duecentesco, della Martorana, di S. Cataldo, di S. Francesco
d’Assisi e del Vespro, mentre, fra gli edifici civili, sono
da menzionare il Palazzo dei Normanni, un tempo sede degli Emiri, poi
dei re Normanni e dei vicerè spagnoli e dal 1947 sede
dell’Assemblea Regionale Siciliana, il Palazzo Chiaramonte (o
“Steri”), il Palazzo Sclafani ed il Palazzo
Abatellis.
Sull’antico Cassaro sorge, maestosa, la Cattedrale. Nata come
moschea araba sulle rovine di una basilica paleocristiana,
subì, alla fine del 1700 un’onda ritardataria
della furia innovatrice barocca, che ne alterò
irrimediabilmente diversi aspetti, sia all’interno che
all’esterno. Ai lati della piazza su cui essa si eleva, si
allineano, armoniosamente, diversi palazzi, fra cui il più
notevole è il Palazzo Arcivescovile.
Nel periodo di dominazione spagnola si ebbe un fiorire di sobborghi al
di fuori delle mura cittadine, sia a nord, verso il mare (Mondello, Partanna, Sferracavallo, Barcarello), sia a Sud, sulla strada per Bagheria e Termini Imerese (Oreto, Romagnolo, Settecannoli).
Dopo l'annessione della Sicilia all'Italia e fino all’inizio
della prima guerra mondiale, Palermo ebbe una notevole espansione
edilizia, realizzata secondo precise direttive che prevedevano per i
nuovi quartieri una regolare struttura a scacchiera e
all'estremità sud orientale della Via Maqueda e della
parallela Via Roma sorse la Stazione Centrale. Il maggiore sviluppo
urbanistico si ebbe però verso nord-ovest lungo il
prolungamento della Via Maqueda, che prese il nome di Via Ruggero
Settimo, l’odierno centro cittadino agli estremi del quale
furono eretti, alla fine del XIX secolo, i due maggiori teatri
palermitani, il Massimo, tempio della lirica e dei balletti e che
possiede il palcoscenico più grande, per superficie e
profondità, al mondo ed il Politeama ed ancora del suo
prolungamento, la Via Libertà: sorsero così,
progressivamente, alcuni quartieri, comprensivi dei vecchi sobborghi,
fino alle falde del monte Pellegrino e, successivamente, nuovi
quartieri ai piedi del versante orientale del monte, come San Lorenzo ove si trovano il magnifico Parco della Favorita e la splendida Palazzina Cinese, l’Arenella e Vergine Maria, ma anche lungo il versante occidentale, fino a raggiungere Mondello, stupendo golfo che oggi rappresenta il vero e proprio centro turistico estivo e Partanna.
Nell’ultimo secolo si sono sviluppati nuovi quartieri, per lo
più dislocati sul lato occidentale del Viale della Regione
Siciliana (vera e propria circonvallazione della città,
traît-d’union fra le autostrade per Trapani e
Messina), che costituiscono la parte nuova, ma anche popolare, della
città, come Uditore, Altarello, Cruillas. Lo Z.E.N.
(zona espansione nord), pur essendo un quartiere largamente popolare,
è sede di importanti impianti sportivi, quali il Velodromo
Borsellino e il nuovo stadio di baseball, ma anche di centri
commerciali e di palazzi di notevole interesse economico, come il
Palazzo Gamma.
La
fondazione di Palermo risale ai Fenici (sec. VIII-VI a.C.) e, fin dalle
origini, la vita della città fu legata al mare e
all’attività del porto. Lo sviluppo cittadino si
ebbe in direzione del mare, lungo quella striscia di terra che vi si
addentrava, limitata dai torrenti, Papireto e Kemonia, oggi coperti